Apprendimento
A causa della complessità dell’argomento, è importante apprendere la tecnica della compensazione con con la frequentazione di un corso che ci permetta di chiarire le implicazioni fisiche di una immersione, le modificazioni fisiologiche, le sensazioni che dobbiamo cogliere.
L’aiuto di istruttori qualificati ci consente di affrontare con gradualità le tematiche della compensazione, individuare le eventuali difficoltà che possono sorgere e sperimentare le possibili soluzioni.
Molti specifici esercizi a secco consentono di sensibilizzare le componenti anatomiche coinvolte e prendere consapevolezza delle stesse.
Perché
All’aumentare della profondità, la manovra della compensazione permette di ripristinare il volume originario dell’orecchio interno facendo in modo che il timpano non subisca danni. Anche il volume della maschera che, all’aumentare della profondità, viene schiacciata contro il viso deve essere ripristinato per non incorrere in traumi a carico degli occhi.
Quando
Durante un tuffo in profondità, occorre fare in modo che questi volumi non subiscano variazioni pericolose; per questo è consigliabile effettuare la compensazione frequentemente, anticipando la sensazione di fastidio che sopraggiunge quando la pressione ambiente aumenta. Durante la discesa, se l’aumento pressorio sarà piccolo, sarà più facile compensare.
La compensazione può essere allenata a secco mediante l’uso di esercizi specifici di respirazione, con l’ausilio di semplici attrezzature come l’otovent, oppure con piccoli cilindri pieni di acqua che simulano l’incremento pressorio e infine con apparecchi come l’eq-tool che consente di misurare le abilità acquisite.
In acqua è possibile continuare a sperimentare e migliorare le nostre abilità con esercitazioni a corpo libero oppure con l’utilizzo di una slitta. Quest’ultima consente di concentrarci solo sulla compensazione minimizzando lo sforzo fisico, rendendo il tuffo molto rilassante.
Come
Le manovre di compensazione sono molte; la più semplice è la manovra di Valsalva, comune tra i subacquei che utilizzano l’autorespiratore. Questa non viene insegnata nei corsi di apnea perchè inefficace già a pochi metri di profondità, poco sicura e dispendiosa in termini energetici.
Le manovre più utilizzate hanno come base la manovra di Frentzel o Marcante/Odaglia.
Quest’ultima, essenzialmente consiste nella traslazione dell’aria dai polmoni alla bocca, alla cavità nasale e alla maschera, aprendo la glottide e il palato molle e successivamente usando la lingua come un pistone per spingere l’aria verso l’orecchio interno dopo aver isolato la maschera usando le mani.
Con la pratica, la manovra di Frentzel può essere migliorata e resa più efficiente introducendo varianti che sono uno sviluppo della manovra di base andando ad introdurre modifiche nella sequenza di operazioni da effettuare; si passa così al Frentzel avanzato, al Frentzel sequenziale fino ad arrivare, per gli apneisti allenati, al Mouthfill che permette di aumentare le quote di immersione dell’apnea ricreativa.
All’aumento progressivo della complessità della manovra, corrisponde una maggiore efficienza operativa e velocità di esecuzione.
Gli allievi che hanno caratteristiche anatomiche favorevoli, possono compensare senza l’utilizzo delle mani per isolare la maschera dalla cavità nasale. Tuttavia, anche per loro, è utile imparare le manovre di Frentzel.
Tutte queste manovre, via via più complesse, possono essere usate senza maschera, magari con l’utilizzo di un tappanano e progressivamente risultano più efficenti in termini di incremento di profondità.
Esistono poi tecniche più complesse, riservate ai profondisti allenati che possono essere pericolose se non si è adeguatamente preparati. Queste tecniche non vengono insegnate nei corsi riservati all’apnea “ricreativa”.
I corsi di primo livello che ci avvicinano al mondo dell’apnea sono focalizzati all’apprendimento della manovra di base, nei corsi successivi ci si concentra sulle manovre e sulle tecniche più avanzate.